- - - - - - - - - - - - Tornando a più sopra è evidente che se una famiglia ha, già e ad esempio, due figli che vivono in una cameretta, l'arrivo di un terzo comporterebbe, come primo problema, il cambio di una casa e ciò potrebbe scoraggiare a priori il nuovo concepimento.
Lo Stato, da par suo, farebbe buona cosa a non pretendere tassazioni su tali compravendite, incentivandole. Maggiori risorse le ricaverebbe, comunque, da: opere dell'edilizia; dal settore dell'arredamento e dai molti altri prodotti necessari al pupo.
- - - - - - - - - - - - In merito allo slogan che utilizzai per raccontare questo mio progetto, ossia “Aggiungi un posto a tavola, che c’è una STANZA in più”, da segnalare, come quasi un anno dopo, nel gennaio 2016, vidi in tv uno spot di una multinazionale dell'alimentare che richiamava: - sia il noto concetto/refrain “Aggiungi un posto a tavola” (nel mio caso il messaggio di fondo era in realtà: “fate un figlio in più”); - sia il ricorso ad uno spazio in più che, nel mio caso, era come visto una stanza; nel loro un terrazzino su cui facevano proseguire, in modo originale e simpatico, una lunga tavolata di amici che partiva dalla sala da pranzo.
Da segnalare, ancora, come poco più di un mese dopo il lancio del mio "piano per l'incremento delle nascite", il Ministro della Salute, il 27 maggio 2015, annunciò l'istituzione di un importante appuntamento per l'anno successivo, ossia per il 07 maggio 2016, poi spostato a settembre 2016, denominato "Fertility Day", il cui obiettivo era portare all'attenzione del pubblico il tema della fertilità da un punto di vista medico, evidenziando cause che ne sono alla base; strumenti di prevenzione; etc.
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